NORME EDITORIALI

Spazi bianchi

Digitare correttamente le battute di spazio bianco:

٠tra parola e parola: un solo spazio;

٠tra parola e punteggiatura (virgola, punto, due punti, etc.): nes- suno spazio;

٠ dopo punteggiatura (virgola, punto, punto e virgola, etc.): un solo spazio;

٠ dopo virgolette e parentesi di apertura e prima di virgolette e parentesi di chiusura: nessuno spazio;

٠tra apostrofo e parola: nessuno spazio;

٠ per i nomi con doppia iniziale puntata: nessuno spazio.

Si consiglia di controllare nel testo – a fine lavoro – la presenza di eventuali doppi spazi, corsivi accavallati, etc. attivando il tasto

<mostra/nascondi> (¶).

Non spezzare manualmente le parole col trattino di divisione ma usare la sillabazione automatica di Word e quando sia necessario intervenire usare i tasti <ctrl+->.

Evitare per quanto possibile grassetti e sottolineati e maiuscoli, in genere la sottolineatura si traduce con il corsivo, per il maiuscolo preferire il maiuscoletto.

 

Segni di interpunzione

Dopo p. e pp. va uno spazio. Tutti i segni di interpunzione, com- preso il punto di abbreviazione, vogliono uno spazio dopo e mai prima.

Non si usa mai il punto alla fine di titoli (di parti, di capitoli, di sottocapitoli).

Quando si usano le parentesi, i segni di punteggiatura vanno dopo la chiusura della parentesi (eccettuati i punti esclamativi, interrogativi e di sospensione legati logicamente al testo dentro la parentesi). Le parentesi non sono mai precedute da segni di interpunzione. Qualora si apra una parentesi dopo il punto, il punto fermo alla fine della frase tra parentesi andrà dentro la parentesi stessa.

Davanti a <ecc.> di solito si mette la virgola. Se <ecc.> si trova a fine frase il punto fermo non va ripetuto.

Nelle elencazioni introdotte dai due punti se ogni punto elenco va a capo inizia con la minuscola. Si può omettere il punto e virgola alla fine di ogni riga qualora i punti elenco siano brevi o non siano frasi. Va però messo il punto fermo alla fine di tutto l’elenco.

 

Parole accentate

L’accento sulle vocali a, i, o, u è sempre grave.

La vocale “e” in fine di parola ha generalmente l’accento acuto.

perché finché poiché alcunché benché acciocché

sé (quando non precede <stesso> e <medesimo>) né (quando è negazione)

poté combatté trentatré

In alcuni casi la “e” in fine di parola ha l’accento grave

è (III persona singolare del verbo essere) cioè

caffè

tè (bevanda)

piè (di pagina) ahimè

Mosè

Si usa l’accento sui seguenti monosillabi

dì (quando vuol dire “giorno” e non l’imperativo del verbo dire) lì, là (quando sono avverbi; “qui” e “qua” vanno senza accento!)

dà (III persona singolare dell’indicativo presente del verbo dare) sì (affermazione)

Le lettere iniziali/finali maiuscole hanno l’accento e non l’apostrofo. Esempi: «È andata via» e non «E’ andata via»; BONTÀ, e non BONTA’.

 

Apostrofo, elisione

L’apostrofo, che indica l’elisione di una lettera o di una sillaba, si deve usare nei seguenti casi:

٠ da’ (quando è l’imperativo del verbo dare; la III persona singo- lare dell’indicativo presente si scrive <dà> per non confonderlo con la preposizione semplice <da>)

٠ di’ (quando è l’imperativo del verbo dire)

٠fa’ (quando è l’imperativo del verbo fare)

٠to’ (quando è l’imperativo del verbo tenere)

٠ va’ (quando è l’imperativo del verbo andare)

٠ po’ (quando sta per <poco>)

٠mo’ (quando sta per <modo>).

Non si apostrofano mai <tal> e <qual> (es.: tal è; qual è).

Si usa l’apostrofo con la curva verso destra <‘ > e non verso sini- stra <‘ > nelle date in sostituzione del millennio o del secolo.

 

Esempi:

٠ sono nato nel ‘55;

٠la guerra del ‘15–18 (non si mette l’apostrofo prima della cifra precedutadal trattino);

٠la battaglia dell’84(non due apostrofi di seguito).

 

Immagini, grafici, tabelle

I grafici, le tabelle, i disegni, le immagini fotografiche… dovranno essere citati sia nel testo, sia nelle didascalie nelle seguenti mo- dalità:

٠ nel testo abbreviate con iniziale maiuscola (Fig. 1, Figg. 2, 3…)

٠ nella didascalia per esteso: (Figura 1, seguito da punto solo se continua la didascalia).

Le immagini devono avere risoluzione minima di 300 dpi.

L’Autore è tenuto a soddisfare autonomamente e preventivamente eventuali oneri derivanti da diritti di riproduzione delle immagini presentate, sollevando la Casa editrice da tali incombenze.

 

Abbreviazioni, simboli, sigle

Di seguito un elenco delle abbreviazioni da usare.

Si noti che quando due o più parole sono abbreviate con lettere singole (es.: a.C.) non si lascia spazio fra l’una e l’altra lettera.

avanti Cristo a.C. capitolo/i cap./capp.

citato/i cit./citt.

confronta cfr.

colonna/e col./coll.

diametro diam.

dopo Cristo d.C.

eccetera ecc.

edizione ed.

figura/e fig./figg.

foglio/i f./ff.

ibidem/Ibidem (in corsivo) ibid./Ibid. idem/Idem (in corsivo) id./Id. larghezza largh.

livello/i liv./livv.

miscellanea misc.

numero/i n./nn.

pagina/e p./pp. paragrafo/i par./parr. secolo/i sec./secc.

seguente/i s., ss. (mai preceduto da e)

spessore spess.

tabella/e tab./tabb.

tavola/e tav./tavv.

tomo/i t./tt.

traduzione trad.

verso/i v./vv.

volume/i vol./voll.

 

I nomi propri degli Autori si abbreviano in nota o nelle liste biblio- grafiche con l’iniziale puntata.

Non si abbreviano:

٠le cariche e i titoli professionali (presidente, professore, ecc.);

٠i nomi dei mesi, delle stagioni, dei punti cardinali;

٠i termini e le espressioni come <a cura di>, <appendice>, <cir- ca>, <libro>, <nota>, <parte>, <per esempio>, <ristampa>, <si veda vedi>.

Sigle e acronimi vanno scritti in maiuscoletto senza punti.

Le abbreviazioni di unità di misura si scrivono senza il punto.

 

Citazioni nel testo

Le citazioni brevi (inferiori alle tre righe e mezzo) e che non necessitino di particolare risalto vanno in tondo fra virgolette basse, o caporali (« »); nel caso di intercitazioni si usino le virgolette alte – o apici (““) – all’interno.

Se le citazioni eccedono le tre righe e mezzo, vanno poste in un paragrafo autonomo, separate sopra e sotto da una interlinea, con rientro di un centimetro a destra e sinistra, carattere di un punto più piccolo rispetto al testo, in tondo, e senza virgolette iniziali e finali.

La lettera iniziale della citazione deve essere maiuscola o minu- scola a seconda delle esigenze del luogo in cui la citazione è inserita, e indipendentemente dalla forma originale (tuttavia, se la citazione è inserita dopo i due punti, è lecito conservare la forma originale).

Quando in una citazione si aggiungono parole o frasi, queste vanno tra parentesi quadre. Le omissioni vanno sempre segnalate quando si trovano nel corpo della citazione (è necessario farlo quando si trovano all’inizio o alla fine solo nei rari casi in cui l’am- putazione violi seriamente l’assetto sintattico o la completezza semantica dell’originale).

Le omissioni si segnalano con tre puntini tra parentesi quadre: […]. Citazioni in versi nel testo (brani letterari e/o poetici) richiedono la barra (/) alla fine di ogni verso, la doppia barra (//) alla fine di ogni strofa.

 

Indicazioni bibliografiche

Vanno evitate le indicazioni bibliografiche all’interno del testo me- glio riportarle in nota.

In linea generale, le note sono poste a piè di pagina ma l’Autore può scegliere di posizionarle a fine capitolo.Hanno numerazione progressiva che ricomincia ad ogni nuovo capitolo. Gli indicatori di nota (apici), nel testo, devono essere posti entro le parentesi, gli incisi e le virgolette, e prima della punteggiatura [es.: (…4) ; oppu- re – …22 – ; «…»3.].

Si forniscono di seguito, divise per categorie, alcune indicazioni per la citazione bibliografica.

Monografie

Nella citazione di volumi monografici si comprendono i seguenti dati: iniziale puntata del nome e cognome dell’Autore (con iniziale maiuscola e le altre lettere in minuscolo: N. COGNOME), tutto in maiuscoletto; Titolo del libro in corsivo; Collana di riferimento in tondo; Luogo di edizione; Anno di edizione; pagina citata (abbre- viata p., o pp. se più d’una; se le pagine citate sono più d’una ma non continue, allora: pp. 7, 11, 23-27, 115).

Articoli da riviste

Per citare un articolo contenuto in una rivista periodica si indicano: iniziale puntata del nome e cognome dell’Autore (con ini- ziale maiuscola e le altre lettere in minuscolo: N. COGNOME), tutto in maiuscoletto; Titolo del saggio in corsivo; «Titolo della rivista» in tondo preceduto da <in> e racchiuso in virgolette basse; Dati identificativi del testimone (serie, annata, fascicolo, numero); An- no di edizione; eventuale Anno di stampa tra parentesi quadre [#]; pagine.

Citazioni da web

Delle fonti eventualmente reperite in Rete va dato conto con la stessa precisione delle fonti cartacee.

Se ricostruibili, vanno indicati almeno Autore, titolo, contenitore (ossia il sito, la rivista online, o il portale che contiene il documen- to citato), data del documento, URL (tra parentesi angolari), e data della visita (tra parentesi tonde).

Gli indirizzi (URL) vanno scritti per esteso, senza omettere la parte iniziale, ovvero l’indicatore di protocollo (es.: http://).

Se necessario, spezzarli a fine riga con uno spazio bianco, preferi- bilmente alla fine di una parola, ma anche all’interno delle parole stesse senza necessità di rispettare le regole grammaticali della divisione in sillabe, stando molto attenti che non si crei in auto- matico il trattino di divisione che non va messo assolutamente per ovvii motivi.

 

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